Oggi voglio fare una piccola riflessione su uno dei
diritti dell’hobbista creativo.
Al n. 4 ho dichiarato: il diritto di sbagliare e
ricominciare da capo.
A dirlo sembra facile mentre in realtà si tratta di un
processo non semplice e non privo di
dolore. Il problema è che non sempre si
tratta di un vero e proprio sbaglio ma piuttosto di una non rispondenza alle
aspettative. Un bel momento come dal nulla nasce un’idea, prende forma, la tengo
in incubatrice nella mia immaginazione per qualche giorno e piano piano davanti
ai miei occhi si delinea il progetto completamente realizzato. Arrivo a
pregustare la soddisfazione che potrà derivarmene, con gli occhi della mente
analizzo i dettagli e ne aggiungo di nuovi e sempre più belli.
Poi, pronti, via, si parte e dalla fase “sulle nuvole”, l’idea comincia a
concretizzarsi tra le mani, e qui …. nascono i primi problemi. Bene che vada il
lavoro non scorre con la stessa velocità che avevo ipotizzato, poi il filato non rende esattamente allo
stesso modo dei miei sogni, forse il punto che ho scelto non lo valorizza oppure non è adatto
a ciò che voglio realizzare ecc…
Insomma spesso il risultato è buono, magari non
perfetto, ma buono, a volte, poche, è addirittura meglio di come lo avevo
immaginato ma, ahimè capita che sia un vero e proprio disastro.
Così a mano a mano che procedo incomincia una
battaglia interiore tra due voci:
n. 1 prosegui, anche se non è come volevi è comunque
un bel lavoro, poi alla fine magari l’aggiusti;
n. 2 lascia perdere, non fa per te, questa volta hai
toccato il tuo limite creativo, non sei capace. Sfascia tutto e ricomincia con
un altro progetto.
Quando la seconda voce diventa più forte della prima,
con la coda tra le gambe, la mia autostima piuttosto bassina, mando tutto all’aria
e ricomincio da capo, ma, credetemi, è un grande sforzo.
Quindi se qualcuno vicino a voi pratica l’arte di
Penelope non commentate magari sarcastici, sappiate che sta vivendo un brutto
quarto d’ora creativo e avrebbe bisogno di un po’ di appoggio.